Credits

Con: Benedetta Conte, Silvia Furlan, Silvia Libardi
Produzione: Teatrincorso – Live Art – Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento (2015)

Progetto vincitore Premio Nuova Scena_TN 2014 (promosso da Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano e Coordinamento Teatrale Trentino)

Si ringrazia la Fondazione Museo Storico del Trentino per le consulenze storiche (nello specifico Giuseppe Ferrandi e Quinto Antonelli)

Sinossi

La Grande Guerra attraverso le voci e nelle storie di tre donne che, insieme a migliaia e migliaia di Trentini, furono costrette all’esodo sconosciuto nelle “città di legno”.

Tre donne, tre destini che si intrecciano sullo sfondo di una Grande Guerra che è tutte le guerre.
Una visione inedita, dal punto di vista femminile, degli sconvolgimenti che hanno investito l’Europa di cento anni fa, ma che ancora adesso diramano le loro conseguenze, richiedono la nostra interpretazione e coscienza.
Tre donne, tre storie che si intrecciano, delineando un affresco di situazioni, incontri, relazioni: non hanno tempo di piangersi addosso, questi personaggi, ma mettono in campo una forza, un coraggio e uno spirito battagliero che le rende esemplari. La vitalità che le rende ‘soldati’ a difesa della famiglia e della civiltà, l’umorismo con il quale riescono nonostante tutti gli stenti e le difficoltà o umiliazioni a sopravvivere, la fede che le accompagna: questi aspetti, colti nei diari che ci sono giunti attraverso il tempo, ci ha permesso di ricostruire dei personaggi vivi, contemporanei, capaci di parlarci dal cuore ancora oggi, e forse a ragione proprio oggi, nel momento storico confuso e bellicoso nel quale stiamo vivendo, in questa invisibile Guerra Mondiale per la quale occorre ampliare il nostro sguardo, per conoscere i veri fronti del conflitto.


L’episodio storico
Raccontiamo l’esodo forzato dei Trentini, italiani di lingua ma sudditi di Francesco Giuseppe, all’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria, entrata in guerra vissuta come un tradimento dalle popolazioni trentine. Raccontiamo l’essere profughi, ma anche una profonda crisi d’identità, che può far riflettere sulle attuali dinamiche politiche europee e mondiali. Le voci femminili hanno il privilegio di una visione obliqua sulla storia e sulla guerra: non al centro delle trincee, ma dai lati della vita civile, delle famiglie, dell’impatto della guerra sulle città e sulle campagne, sulle abitudini di vita, sull’etica, sulla prossima costituzione di una società che riprenda il cammino dalle macerie.
L’esodo della popolazione trentina è un episodio che diventa universale, altamente significativo non solo nella prefigurazione dell’idea dei lager della Seconda Guerra Mondiale, ma anche dell’attuale situazione di profughi vissuta da intere popolazioni e dell’idea contemporanea dei centri di raccolta, barriere e terra di nessuno in cui ammassare gente costretta – per guerre diffuse – ad abbandonare case e terre.
Un particolare episodio, poco conosciuto, della prima guerra mondiale, che però permette risonanze e riflessioni più ampie, incredibilmente attuali, sull’identità dei popoli e gli esodi che segnano la nostra contemporaneità, sull’accoglienza dei profughi, sul sentirsi profughi, sul coraggio e la resistenza che le popolazioni possono mettere in atto per contrastare il macello concreto, ma anche etico e sociale, che ogni guerra genera.


Materiali
Dossier Voci nella tempesta PDF
Rassegna stampa 
Video trailer:

Video intero spettacolo (solo per operatori, richiedere la password):